Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: il ruolo della P.S.

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La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne cade ogni 25 novembre e vede la Polizia contrastare questo inquietante fenomeno

La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU il 17 dicembre 1999, ricorre ogni 25 novembre e ci ricorda come ognuno di noi debba fare la propria parte per arginare questa piaga sociale. La Polizia di Stato si impegna ogni giorno per essere al fianco di tutte quelle donne che subiscono violenza psicologica o fisica ed è in prima linea per prevenire i femminicidi. Scopriamo quindi quali sono i dati correlati alla Giornata contro la violenza sulle donne e come la P.S. aiuta le vittime di questo fenomeno.


INDICE
– Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: i dati
– 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne: i numeri utili
– Violenza sulle donne: le iniziative della Polizia di Stato
– Il consiglio della Polizia di Stato: denunciare sempre
– Il “Signal For Help”: cosa è e perché può salvarti la vita
– Le campagne di sensibilizzazione
– Entra nella Polizia di Stato e aiuta le donne


Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: i dati

La violenza sulle donne ha ripercussioni gravissime sulla vittima e si può manifestare nell’ambito di uno spettro che va dall’intimidazione alle lesioni, dalla violenza verbale sul web alla limitazione delle libertà personali, fino ad arrivare – in alcuni casi – al femminicidio. L’ISTAT per il 2021 ha fotografato uno scenario inquietante: due anni fa in Italia sono stati 119 i femminicidi, 100 dei quali hanno avuto luogo in ambito familiare o sentimentale. Il 58,8% delle donne cade vittima di un partner o ex partner (57,8% nel 2020), il quale nel 77,8% dei casi corrisponde al marito. Nel 25% dei femminicidi il carnefice è un parente, nel 5% dei casi un conoscente, mentre solo nel 10,9% uno sconosciuto. La fascia d’età più colpita è quella che va dai 45 ai 64 anni.

Particolarmente angosciante è poi il capitolo moventi, un tema centrale nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. I femminicidi commessi per “lite, futili motivi, rancori personali” occupano le prime pagine di cronaca per il 45,9% dei casi.

Anche dai pronto soccorso emerge uno scenario tetro, che merita una riflessione in questo 25 novembre (Giornata contro la violenza sulle donne). Nel 2021 sono state 11.771 le persone di sesso femminile che si sono rivolte agli ospedali sostenendo di essere state vittime di violenza: 18,4 su 10.000 accessi complessivi in pronto soccorso. Le giovani donne (fascia 18-34) sono state le più colpite (8,8 su 10.000) seguite dalle 35-49enni (7,2 su 10.000). Particolarmente inquietante è poi il dato sul triage: dal 2020 al 2021 c’è stato un aumento del 14,9% di donne ricoverate in codice giallo. Inoltre, le donne con ricoveri per violenza si presentano sempre più spesso nei pronto soccorso per ricoveri ripetuti (8.645 accettazioni per 6.211 donne vittime di violenza nel quinquennio 2017-2021).


25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne: i numeri utili

Insomma, in Italia è innegabile che ci sia un problema di genere e quello della 22enne veneziana Giulia Cecchettin è solo l’ultimo dei casi noti alla cronaca. La Polizia di Stato, che ha come primo compito quello di tutelare l’incolumità dei cittadini, ha dunque messo in campo delle contromisure per arginare il fenomeno. Oggi, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, ricordiamo come la P.S. sia in prima linea per aiutare tutte le vittime di maltrattamenti.

Oltre al Numero di Emergenza Unico Europeo (112) e a quello di Pronto Intervento (113), c’è infatti il numero verde 800 901010 che corrisponde al Servizio di prevenzione e contrasto delle discriminazioni. Sono disponibili la Rete nazionale antiviolenza (1522) e il Numero verde contro le mutilazioni dei genitali femminili (800 300558).


Violenza sulle donne: le iniziative della Polizia di Stato

La Polizia di Stato, negli anni, ha attuato diverse risposte al problema. Dall’istituzione degli Uffici specialistici che si occupano di prevenzione e contrasto del fenomeno, alla formazione multidisciplinare degli operatori, dalla collaborazione con altre istituzioni ed organizzazioni e all’empowerment delle donne, fino alle campagne di informazione e sensibilizzazione. Dal 1998 all’interno di ogni Questura è presente una “Sezione specializzata” per le indagini sui casi di violenza domestica , di genere e violenza sessuale, che collabora con le associazioni che offrono il necessario supporto – logistico, legale, psicologico – alla vittima. coniugeA livello centrale, invece, è la Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato (Dac) che ha il compito di sovrintendere al coordinamento delle attività di prevenzione e contrasto.

La P.S. per sensibilizzare la popolazione sul tema ha contribuito alla realizzazione di numerose campagne di informazione. Come ad esempio “…Questo non è amore”, avviata nel 2016, che ha come scopo quello di aiutare l’emersione delle situazioni di violenza con un approccio attento e proattivo verso l’utente. Nel luglio del 2021, invece, la Dac ha avviato la campagna “#SicurezzaVera”, in collaborazione con FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio e il Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE-Confcommercio.

Inoltre, la Polizia di Stato ha esteso alcune funzionalità dell’app YouPol, che ora è abilitata anche alla segnalazione dei reati di violenza che si consumano all’interno delle mura domestiche.

L’ammonimento del Questore

L’ammonimento del Questore è una misura di prevenzione esclusiva di questa figura della P.S. che nasce con lo scopo di garantire una tutela rapida e anticipata alla vittima di atti persecutori, violenza domestica o altro. Nella pratica, l’ammonimento consiste nell’avvertimento rivolto, da parte del Questore, all’autore della condotta criminale, al fine di astenersi dal commettere ulteriori atti violenti. Contestualmente, l’ammonimento consente al Questore di adottare misure del ritiro di armi, nel caso queste fossero possedute.

L’ammonimento del Questore per stalking non costituisce un procedimento penale e può essere richiesto su istanza della vittima nel caso non si sia già sporta querela per gli stessi reati. Per richiedere l’ammonimento bisogna contattare un ufficio di Polizia esponendo i fatti che possano essere considerati persecutori in maniera dettagliata. Inoltre, le informazioni fornite dalla vittima vengono valutate in tempo breve e la persona autrice di condotte criminali riceverà il provvedimento. Qualora gli atti di violenza dovessero continuare si procederà d’ufficio.

Per la precisione, i presupposti per l’applicazione dell’ammonimento per condotte di violenza domestica sono rappresentati da fatti iscrivibili nel reato di percosse (art. 581 c.p.) o di lesione personale lieve (art. 582 comma 2 c.p.), consumati o tentati. Solo per i casi di ammonimento per violenza domestica, il questore può chiedere al prefetto la sospensione della patente di guida dell’ammonito, da uno a tre mesi.

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: il Codice Rosso

Come detto, i recenti governi hanno puntato un faro sul problema della violenza sulle donne e hanno formulato diverse misure per arginarlo. Una di queste è il “Codice Rosso” (legge n. 69/2019), nel contesto del quale si sono inasprite le pene di diversi reati e l’introduzione di quattro nuove fattispecie di reato.

Nello specifico, la nuova normativa prevede una reclusione da 6 a 12 anni per chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe qualcuno a compiere o subire atti sessuali. La pena è da considerarsi aumentata di un terzo se il reato è commesso da un genitore, anche adottivo o un tutore, se il reato è commesso mediante l’uso di armi o sostanze narcotiche oppure se la vittima è minorenne. Nei paragrafi seguenti, invece, esaminiamo i nuovi reati introdotti.
I quattro nuovi reati sono invece i seguenti:

Diffusione illecita di immagini
  • Diffusione illecita di immagini, o video sessualmente espliciti (Art. 612-ter c.p.), reclusione di un anno: misura pensata per sanzionare il fenomeno di revenge porn, che avviene quando un partner diffonde in rete immagini private ed esplicite della vittima per minare la sua credibilità o reputazione. Il nuovo articolo sanziona la condotta di chiunque, dopo aver realizzato o sottratto immagini o video sessualmente espliciti destinati a rimanere privati, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde, senza l’espresso consenso delle persone interessate. È punita anche la condotta di chi “condivide” le immagini diffuse dall’autore del reato. La disposizione prevede circostanze aggravanti nei casi in cui:
    • il reato è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato;
    • il fatto è compiuto da persona che è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa;
    • i fatti sono commessi attraverso strumenti informatici o telematici;
    • sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.

Il reato è punibile a querela della persona offesa, che può essere proposta nel termine di sei mesi.

Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti
  • Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti (Art. 583-quinquies c.p.), reclusione da 8 a 14 anni: la fattispecie punisce la lesione personale dalla quale derivano la deformazione o lo sfregio permanente del viso. Il delitto è aggravato se commesso con armi o con sostanze corrosive, oppure da persona che nasconda la propria identità o da più persone riunite. È previsto l’ergastolo quando vi sia un omicidio conseguente alla commissione del delitto di deformazione dell’aspetto mediante lesioni al viso. A tal riguardo l’opinione pubblica venne sensibilizzata dal caso di Lucia Annibali, sfregiata da due sicari al soldo del suo ex fidanzato. Annibali, parlamentare dal 2018 al 2022, è diventata simbolo italiano della Giornata contro la violenza sulle donne.
Costrizione o induzione al matrimonio
  • Costrizione o induzione al matrimonio (Art. 558-bis c.p.), reclusione da uno a 5 anni: reato commesso da chiunque costringe o induce una persona a contrarre matrimonio o unione civile, con violenza o minaccia, oppure approfittando delle condizioni di vulnerabilità o di inferiorità psichica o di necessità di una persona, oppure con abuso delle relazioni familiari, domestiche, lavorative o dell’autorità derivante dall’affidamento della persona per ragioni di cura, istruzione o educazione, vigilanza o custodia. Il reato è punito anche quando il fatto è commesso all’estero, da cittadino italiano o da straniero residente in Italia, oppure a danno di cittadino italiano o di straniero residente in Italia. La pena è aumentata se i fatti sono commessi in danno di un minore.
Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa
  • Violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (Art. 387-bis c.p.), reclusione da sei mesi a tre anni: rende punibile chiunque violi gli obblighi o i divieti derivanti dal provvedimento che applica le misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa o l’ordine di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare.

Il consiglio della Polizia di Stato: denunciare sempre

Oggi, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, riflettiamo non solo sul fenomeno in sé, ma su quanto sia difficile per le donne denunciare i loro carnefici. La materia è complessa, ma prima di tutto è necessario che si acquisisca una consapevolezza: se c’è violenza non c’è amore. Spesso, però, questi due piani possono risultare confusi, perciò le vittime spesso non si rivolgono in maniera immediata alle istituzioni che possono proteggerle.

Su questa scelta influiscono situazioni psicologicamente traumatiche, che portano a indecisioni dettate dalla paura. Non è infatti raro assistere a persona abusata che tende anche a giustificare comportamenti aggressivi del partner o ex partner. Le donne vittime di violenza, anche quando si recano presso un ufficio di Polizia per chiedere aiuto, dimostrano di avere bisogno di tempo per prendere consapevolezza.

C’è però un fatto incontrovertibile: il silenzio aiuta sempre l’aguzzino e mai la vittima. È per questo che è indispensabile rendersi consapevoli di stare vivendo una situazione problematica e trovare il coraggio di denunciare al primo comportamento violento, così come consiglia la Polizia di Stato.

Certo è, però, che la violenza di genere deve essere combattuta anche nelle scuole, nelle famiglie e nei luoghi di aggregazione giovanili. Davanti a questi dati, infatti, è necessario promuovere la cultura del rispetto della donna, troppo spesso sopraffatta dall’uomo.

Il “Signal For Help”: cosa è e perché può salvarti la vita

Il “Signal for Help” (“segnale di aiuto”) è un gesto fatto con una sola mano che può essere utilizzato durante per avvisare gli altri che si ha bisogno di aiuto. Originariamente, il segnale è stato creato dalla Canadian Women’s Foundation come strumento per combattere l’aumento dei casi di violenza domestica in tutto il mondo legati a misure di autoisolamento legate alla pandemia di COVID-19. Il segnale viene eseguito tenendo una mano sollevata con il pollice infilato nel palmo, quindi piegando le altre quattro dita verso il basso, intrappolando simbolicamente il pollice con il resto delle dita. È stato progettato intenzionalmente come un unico movimento continuo della mano, piuttosto che come un segno mantenuto in una posizione, in modo che potesse essere reso facilmente visibile.

Ben presto il “Signal for Help” è diventato virale grazie alla piattaforma di video social TikTok e ha tutta la comunità internazionale lo ha salutato con favore. Se qualcuno vede una persona che utilizza il segnale, dovrebbe contattare la persona che lo ha lanciato con un altro mezzo (come un messaggio di testo o un’e-mail) per chiedere loro ciò di cui hanno bisogno. La campagna raccomanda di contattare i servizi di emergenza solo se il segnalatore lo richiede esplicitamente.


Le campagne di sensibilizzazione

Per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne 2023 la Polizia di Stato ha pubblicato la nuova brochure della campagna di sensibilizzazione “…Questo non è amore“. Il capo della Polizia, Vittorio Pisani, nella prefazione evidenzia come “la campagna della Polizia di Stato vuole rappresentare uno strumento concreto di ascolto e di divulgazione, non solo per le donne ma per tutti coloro che vogliano essere parte attiva di un cambiamento. Non basta indignarsi alla violenza, ma è necessario lavorare concretamente tutti insieme contro ogni forma di omertà e rassegnazione“.

Nell’opuscolo, che sarà distribuito in tutta Italia, ha come obiettivo quello di poter dare, a chi legge, il coraggio e la capacità di consigliare o chiedere aiuto, partendo da storie di donne vittime di violenza. Nelle piazze italiane e nei luoghi di aggregazione, nei prossimi giorni saranno presenti poliziotti specializzati nel gestire casi di violenza di genere che, con l’aiuto di psicologi e di personale dei centri antiviolenza, incontreranno le donne e qualunque cittadino interessato ad avere consigli. Gli eventi saranno l’occasione per approfondire e conoscere meglio gli strumenti per difendersi, come ad esempio l’ammonimento del questore, previsto sia per episodi di stalking che di violenza domestica, qualora non si intenda avviare un procedimento penale o la sorveglianza speciale per i maltrattanti.

Anche la televisione e la radio scendono in campo in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. La Rai, fino al 30 novembre, manderà in onda tre spot. Questi rappresentano lo stesso dramma, ma visto da tre punti di vista, quello di una madre, quello di un padre e infine dei figli. Ecco i tre filmati:

Ancora più incisiva si prospetta l’iniziativa “Come un’onda contro la violenza sulle donne”, partita il 9 novembre sulle frequenze di Rai Radio1. L’obiettivo della campagna è quello di far emergere i nodi, le contraddizioni e gli aspetti meno approfonditi di una vera e propria emergenza sociale, oltre ad affrontare il tema dei figli, spesso spettatori e vittime di episodi piccoli e grandi di violenza contro le donne. Si parlerà anche delle possibili forme di tutela e di assistenza, dell’indipendenza economica delle donne che vogliono sottrarsi agli abusi, del ruolo della comunicazione.

Entra nella Polizia di Stato e aiuta le donne

Essere parte della Polizia di Stato significa tutelare i diritti e la salute di tutti i cittadini, specie quelli più vulnerabili che si trovano in pericolo. È per questo che indossare la divisa della P.S. vuol dire essere sempre al fianco di chi subisce una violenza, in questo caso di genere. E oggi, Giornata contro la violenza sulle donne, l’attenzione sul tema dovrebbe essere più viva che mai.

Se anche tu senti la vocazione di proteggere le donne vittime di violenza, non esitare. Nissolino Corsi può aiutarti a realizzare il tuo sogno di indossare la divisa. Potrai così essere un punto di riferimento per chi cerca una via di scampo da situazioni degradanti e violente, una mano tesa da afferrare nel momento del bisogno, un fermo presidio dello Stato sul territorio. Per maggiori informazioni leggi le nostre schede “Come diventare Allievo Agente“, “Come diventare Vice Ispettore“, “Come diventare Commissario“, Requisiti Allievo Agente, Requisiti Vice Ispettore e Requisiti Commissario.

Quando si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne?
La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dall’ONU il 17 dicembre 1999, ricorre ogni 25 novembre e ci ricorda come ognuno di noi debba fare la propria parte per arginare questa piaga sociale. La Polizia di Stato si impegna ogni giorno per essere al fianco di tutte quelle donne che subiscono violenza psicologica o fisica ed è in prima linea per prevenire i femminicidi. Scopriamo quindi quali sono i dati correlati alla Giornata contro la violenza sulle donne e come la P.S. aiuta le vittime di questo fenomeno.
Cosa fa la Polizia di Stato per tutelare le donne vittime di violenza?
La Polizia di Stato, nel corso degli anni, ha istituito Uffici specialistici che si occupano di prevenzione e contrasto del fenomeno, di formazione multidisciplinare degli operatori, di collaborazione con altre istituzioni ed organizzazioni e di empowerment delle donne, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione. Dalla campagna “…Questo non è amore” al Codice Rosso, dai numeri anti-violenza, all’ammonimento del questore: la P.S. è sempre al fianco delle donne che subiscono violenza.
Per ricevere maggiori info, contattaci subito, un incaricato della Nissolino Corsi ti risponderà il prima possibile.

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